LA NAVIGAZIONE IN RISALITA SULL’ADIGE

Anche nel caso della navigazione di risalita non mancavano i pericoli insiti negli insidiosi fondali atesini: incombevano soprattutto i rischi delle secche, particolarmente ingannevoli per i burchi carichi e pesanti, che richiedevano in conseguenza sforzi supplementari di animali e di altre barche per disincagliare le imbarcazioni.

Particolari accorgimenti, in alcuni casi decisamente laboriosi e complessi, erano invece richiesti per passare i mulini, le ruote idrauliche e i ponti durante il traino in risalita.

Nel caso dei mulini natanti che abbondavano sul fiume ed erano particolarmente numerosi sulle rive cittadine, le funi di traino venivano allentate e mediante una pertica di legno erano momentaneamente alzate in modo da oltrepassarlo.

Le manovre eseguite in presenza delle altrettanto numerose ruote utilizzate a scopo irriguo erano invece un po’ più complesse. Una volta giunto in prossimità del manufatto la prua del burchio veniva agganciata ad una nuova fune che veniva portata oltre la ruota e fissata in sicurezza alla riva alzaia. Una volta compiuta questa operazione, si procedeva staccando la fune di traino dal burchio e dopo averla portata a sua volta oltre la ruota la si agganciava alla fune già in precedenza fissata all’imbarcazione, proseguendo quindi la navigazione.